AIR MAIL
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Nessuno, nella storia del fumetto italiano, ha saputo raccontare il volo e l'avventura con la maestria di Attilio Micheluzzi.
Air Mail raccoglie integralmente la saga degli anni Ottanta incentrata sulle avventure di volo e d'amore dei primi piloti postali, pionieri dell'aria. Un tratto inconfondibile e raffinato,
per una storia che ha il sapore dei grandi film hollywoodiani. Micheluzzi ha ricreato un'epoca attraverso le pagine di un graphic novel unico nel suo genere.
Un libro d'arte e di avventura.
DAL TANGANICA AL KHYBER
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Dalla matita di Attilio Micheluzzi, due racconti - L'uomo del Tanganyka e L'uomo del Khyber - apparsi alla fine degli anni Settanta nella Collana "Un uomo un'avventura" prodotta dalle edizioni Cepim (oggi Sergio Bonelli Editore). Guerre di ieri e di oggi, dunque, filtrate attraverso la sensibilità del grande artista grafico: una ambientata durante la Grande Guerra con la contrapposizione di tedeschi e inglesi in territorio africano, l'altra nel 1979 nel leggendario passo del Khyber, corridoio nevralgico del potere dell'Impero Britannico in India. Due storie accomunate tanto dall'incredibile lavoro di ricerca storiografica e dalla ricercatezza del dettaglio grafico, quanto da un senso di perenne non appartenenza e sradicamento. I personaggi di Micheluzzi sono tutti personaggi di frontiera, stranieri in qualsiasi luogo essi si trovino. E in questo aspetto della sua opera, è facile rivedere la condizione di Micheluzzi, istriano di nascita, a cavallo tra due mondi.
PETRA CHERIE
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Formato: 21x29
Pagine: 352
Colore: b/n
Caratteristiche: cartonato
Per la prima volta in Italia, raccolto in un unico volume cartonato ricco di apparati critici e di approfondimento, il capolavoro di Attilio Micheluzzi in versione integrale.
Petra Cherie, l'eroina che dà il titolo al fumetto, è modellata sui tratti di Louise Brooks, protagonista del cinema muto degli anni Venti, che è stata modello per un'altra icona del fumetto italiano, la Valentina di Guido Crepax. Con il tratto elegante di Micheluzzi, Petra incarna il mito tragico e moderno della donna fatale: si muove attraverso la prima guerra mondiale come una sorta di Mata Hari.
Il volume inizia con un escamotage narrativo; Petra, in prima persona, narra la sua storia per soddisfare la perentoria richiesta di Micheluzzi (rappresentatosi seduto su una poltrona, probabilmente di vimini, con un lungo sigaro nella mano sinistra), ma lo fa malvolentieri. Ciò nonostante parla, "io l'amo, è il mio creatore... dopo tutto, se esisto è anche merito suo... je lui dois beacoup..." e attiva in questo modo un dialogo continuo tra disegnatore e protagonista, di cui il lettore è continuo osservatore e, talvolta, parte in causa.
Petra appartiene a un mondo ben diverso da quello che affonda nelle trincee, in qualche modo molto lontano dalla massa dei sofferenti provocata dalla prima guerra mondiale. Parla sei lingue, è raffinata, ricca, spericolata, indipendente, moderna, emancipata; sa pilotare l'aero, guida l'automobile, sa sparare (qualche volte uccide), incontra uomini importanti e realmente esistiti. Attraversa la realtà quotidiana senza inciderla, ma trascurandola: per chi avrebbe dovuto essere d'esempio la vita di Petra? Appartiene, in sé, a un mondo decadente da cui è in continua fuga e lo combatte per non essere travolta dal suo crollo.
La narrazione di Micheluzzi è attenta e attendibile; appare evidente l'accurato lavoro di documentazione sui mezzi, sugli abiti e, almeno in termini generali, sui luoghi. Nelle tavole in bianco e nero, il tratto chiaro e limpido caratteristico dell'autore assume una grande carica espressiva.